Storia

A Milano,nel settembre del 1926, il Dottor Vittorio Formentano fa pubblicare su un giornale della sera un appello per costituire un gruppo di volontari disposti a donare il sangue.
A questo appello rispondono 17 persone che si riuniscono per la prima volta il 15 maggio 1927 e pongono le basi dell’associazione con lo scopo di:
– far fronte alla crescente necessità di sangue;
– avere dei donatori controllati nello stato di salute e nella tipologia del sangue;
– combattere il dilagare della sua compravendita.
L’11 novembre 1929 viene costituita ufficialmente l’Associazione Volontari Italiani del Sangue, in breve e per tutti “AVIS”.

L’AVIS Provinciale di Mantova è stata costituita il 28 marzo 1958.


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L’AVIS NEL MANTOVANO

Nel 1952 vengono fondate le prime AVIS Comunali del Mantovano: Mantova e Ostiglia e nel 1958 viene costituita l’Avis Provinciale. Quest’ultima, nel corso degli anni, assumerà sempre più un ruolo di coordinamento e di servizio alle AVIS di base, divenendone un insostituibile punto di riferimento.
In questi anni la donazione è ancora quella “braccio a braccio” nella quale il sangue viene trasfuso direttamente dal braccio del donatore a quello del ricevente, con tutta la componente emotiva che esso comporta.

LA GRANDE DIFFUSIONE
Ma gli anni della grande diffusione sul territorio sono quelli dal 1962 al 1978, anche per l’impegno e l’autorevolezza di molti presidenti:   Loris Vecchi, Augusto Martinelli, Vittorio Ottolini, Cesare Boccafoglia, Mario Miglioli, Flavio Spitti, Adolfo Bollini.
Sono anni di grande fermento e di entusiasmo pionieristico, tanto che il senso di appartenenza all’AVIS e il servizio al malato predominano sui campanilismi.
Dopo la donazione “braccio a braccio” si adottano i flaconi che permettono di operare in modo più flessibile con la creazione del Centro di Raccolta.
Nel 1962 l’Associazione ha raggiunto una sua stabilità, mentre continuano a proliferare le AVIS di Base: sono 10 nel 1962 , 90 nel 1975, 93 oggi.
Il percorso evolutivo dell’AVIS mantovana è caratteristico e diverso da quello di tutte le altre province della Lombardia, così come sarà necessariamente diverso il suo sviluppo. Questa straordinaria diffusione sul territorio, anche in località isolate, farà assumere alla sede AVIS un ruolo di centro di aggregazione e quindi una valenza sociale che in molte realtà si mantiene ancora.
Un’ altra peculiarità è rappresentata dall’attenzione per il donatore attraverso un sistema di visite e di analisi sempre all’avanguardia e gratuite: il Centro di Raccolta Provinciale di via Principe Amedeo ne è la prova.

LA PRESIDENZA DI MARIO BELTRAMI DAL 1975 AL 1995
Durante la lunga e infaticabile presidenza di Mario Beltrami, Avis Provinciale cresce in autorevolezza e diventa il punto di riferimento organizzativo indispensabile alle AVIS di base per capire i mutamenti dei tempi, essere preparate alle innovazioni e mantenere quell’identità in cui riconoscersi. L’organizzazione associativa provinciale viene strutturata e articolata in commissioni cui compete la programmazione delle diverse aree della vita associativa, quali la scuola, i giovani, ecc.
Con la gestione di Mario Beltrami, viene risolto il problema finanziario che aveva assillato la vita dell’AVIS negli anni ’70. Attraverso convenzioni favorevoli con gli Enti pubblici, Avis gode di un lungo periodo di stabilità organizzativa e sanitaria, attraversando con coerenza e fermezza i terribili anni ’80 caratterizzati dall’insorgere dell’infezione dell’AIDS.
Mantova è tra le prime AVIS ad adottare provvedimenti energici e fattivi, tra cui importantissima la dichiarazione del donatore che, sotto la propria responsabilità, dichiara di non aver tenuto comportamenti a rischio.
Nell’oscurità degli anni di piombo, il 1978 è anno di grossi cambiamenti a livello associativo:
•   le sacche sostituiscono progressivamente i flaconi;
•   Avis Provinciale trasferisce la sua sede in ospedale, al cui Centro Trasfusionle AVIS cede la raccolta cittadina;
•   il numero di donazioni annuali degli uomini scende a 3 e quindi occorre tenere attivi i donatori e limitare il numero di sacche raccolte. Il sistema sangue non è ancora nato e non vi è la possibilità di esportare fuori dalla propria regione il sangue raccolto in eccedenza;
•   nasce l’UDR ( unità di raccolta) un’organizzazione di raccolta capillare, di assistenza e di controllo sanitario sul donatore, così il passo è breve a identificare l’AVIS con il “suo” PdR;
•   la raccolta dell’AVIS viene tutta concentrata la domenica;
•   Avis Provinciale raccoglie il sangue, stipula convenzioni con gli ospedali, anche con quelli fuori provincia, ai quali conferisce il sangue raccolto in eccedenza.
Beltrami arriva ai vertici nazionali dove viene riconfermato per 2 mandati Presidente Nazionale.
Sono gli anni in cui viene finalmente promulgata la prima legge quadro sul sangue, la 107 del ’90, dove vi è molto di AVIS e del suo sentire.
Nel 1993 si effettua all’Ospedale “C.Poma” la prima plasmaferesi, e nel 1995 viene assunto un medico a dirigere l’UDR Provinciale, per rendere effettiva la risposta alla necessità di rinnovamento.

AVIS  VERSO IL 2000
Presidenze: Alessandro Botteri, Luciano Chinaglia, Valter Belluzzi dal 1996 al 2012

Dopo 25 anni di sostanziale stabilità, l’Avis Provinciale deve adeguare la sua organizzazione interna alle mutate esigenze di sicurezza previste dalla pubblicazione delle norme attuative della legge 107/90 e dai Piani sangue regionali, a garanzia della salute del donatore e del ricevente. Pertanto le tre presidenze successive devono riformare l’assetto associativo e sanitario, ma soprattutto introdurre un profondo cambiamento culturale. Devono “far passare” ai loro associati il coinvolgimento dell’AVIS nella radicale riorganizzazione della sanità pubblica:
• un’unica ASL (Azienda Sanitaria Locale) sostituisce le molte USSL (Unità Socio Sanitarie Locali);
• gli ospedali si strutturano come aziende.
La legislazione nazionale e regionale sul sangue detta nuove regole di comportamento e ridefinisce i ruoli della sanità e delle associazioni. Alla prima va la responsabilità sanitaria e la gestione del sangue, alla seconda quella dei donatori fino alla loro chiamata alla donazione.
In questa fase tutte le AVIS di base che controllavano la raccolta direttamente con la propria USSL cedono progressivamente all’Avis Provinciale la gestione delle convenzioni fino alla stipula di un’unica convenzione provinciale con l’Azienda Ospedaliera.

1996/1998, presidenza Alessandro Botteri
In questo mandato verranno rimessi in discussione e stravolti tutti gli aspetti della vita associativa dell’Avis Provinciale e di quelle di base.
Le parole d’ordine di allora furono:
•   Sicurezza: donazione e sicurezza sono inscindibili. La donazione deve essere sicura.
I punti di raccolta devono essere messi a norma secondo la normativa della sanità pubblica;
•   Buon uso del sangue: la diversificazione della raccolta è indispensabile per il buon uso del
sangue, al fine di raccogliere sacche e gruppi sanguigni necessari alla sanità pubblica;
•   L’AVIS di base non è necessariamente il punto di raccolta.

La sede dell’AVIS è il luogo dove si svolge l’attività associativa, la donazione può essere fatta altrove. Vedi l’articolo di fondo de “La Stilla” del 1996, intitolato ”AVIS verso il 2000”, ma questo contrasta con l’identificazione del PdR con la sede dell’AVIS e con la vita sociale che anima soprattutto i piccoli centri. “… Dopo la messa si va all’AVIS, vi si organizza gran parte della vita conviviale del paese, è un “posto” dove trovarsi con persone in sintonia….”.

Al contrario le nuove direttive prevedono:
•   Messa a norma di tutti i punti di raccolta associativi e loro riduzione da 93 a 78;
•   Si istituzionalizza la raccolta associativa infrasettimanale che raggiungerà il 15% del totale;
•   Si adotta un nuovo programma informatico PRONTOAVIS in grado di gestire l’attività
associativa, l’attività sanitaria e la raccolta. Queste ultime allora completamente svincolate
dalla sanità pubblica;
•   L’applicazione della nuova legge sulla Privacy, comporta la possibilità per tutti i donatori di
prendere visione della normativa e decidere se concedere o meno al Provinciale
l’autorizzazione a gestire i loro dati personali;
•   le comunicazioni sanitarie vengono consegnate al donatore in busta chiusa.

Riorganizzazione interna:
•   le assunzioni di un’ impiegata e di un infermiere professionale permettono di potenziare e
rinnovare la struttura dell’Avis Provinciale;
•   diventa rigoroso tenere documentazione dell’attività svolta dalle AVIS di base. Tutto ciò
comporta la compilazione del registro dei soci, la stesura dei verbali su appositi registri
debitamente vidimati e forniti dal Provinciale. Queste nuove esigenze si scontrano con una
realtà di approssimazione e talora di incompetenza difficile da sradicare.

1999/2004, presidenza Luciano Chinaglia
Con la stabilizzazione dell’organizzazione sanitaria pubblica e la nomina di un primario titolare al Centro Trasfusionale, si procede in modo più spedito ad una profonda riorganizzazione del sistema trasfusionale provinciale. Si ottempera a tutte le normative regionali e si inaugura una nuova e più forte collaborazione tra AVIS e DMTE (Distretto di Medicina Trasfusionale ed Ematologia) che porterà la nostra associazione a livelli di eccellenza.

La presidenza di Luciano Chinaglia affronta anche una profonda e difficile riorganizzazione interna del provinciale e del sistema di raccolta, che porta:
•   alla riduzione dei punti di raccolta associativi da 78 a 22 , con l’introduzione del“punto di raccolta aggregato”, poco diffuso nella nostra realtà;
•   all’adeguamento alle nuove normative;
•   all’ acquisizione della certificazione della qualità ISO 9001;
•   al ritorno alle quattro donazioni annuali per gli uomini;
•   all’adozione del nuovo sistema informatico EMONET della sanità pubblica lombarda, cui l’AVIS
si legherà sempre più strettamente;
•   si instaura una stagione sempre più attenta alla salute del donatore, alla qualità della
donazione e al buon uso del sangue.

2005/2012, presidenza Valter Belluzzi
Il 2005 è un anno molto importante a livello nazionale per l’introduzione della Legge 219/05 (che sostituisce la legge 107/90) che regola tutto il sistema trasfusionale italiano e per questo molto attesa da tutti gli operatori del settore. In modo particolare aggiorna una normativa ormai obsoleta a fronte di un settore che negli ultimi 15 anni aveva registrato progressi scientifici e tecnologici enormi e la adegua al mutato scenario politico nazionale. Obiettivo principale della Legge è sicuramente il perseguimento dell’autosufficienza, che costituisce un interesse nazionale prioritario.
La presidenza di Valter Belluzzi si caratterizza per alcuni importanti interventi sulle dinamiche interrelazionali dell’associazione:
•   vi è una continua ricerca di condivisione di intenti con le A.V.I.S. di base attraverso il
costante confronto con le varie realtà locali ed il loro coinvolgimento in attività comuni;
•   viene introdotta la pianificazione della chiamata alla donazione, per consentire un utilizzo
ottimale del sangue raccolto e per ridurre drasticamente il numero delle sacche non utilizzate
per scadenza;
•   si introduce il concetto di “disponibilità alla donazione” tanto importante quanto la donazione
stessa;
•   viene adottato il programma informatico associativo EMO@DONOR, collegato allo stesso
database del programma sanitario della Regione Lombardia “EMONET”. Questa innovazione
consente la gestione associativa dei donatori da parte di tutte le AVIS di base tramite un
semplice collegamento ad Internet;
•   utilizzo del Sistema Qualità come strumento di lavoro quotidiano;
•   costante attenzione, presenza e supporto alle attività delle AVIS di base;
•   istituzione di AVISLAB, un laboratorio di formazione sempre attivo con lo scopo principale di
formare i dirigenti di AVIS con percorsi formativi ed informativi.

Per una efficace promozione dell’immagine e della visibilità di Avis Provinciale su tutto il territorio della provincia con eventi di grande richiamo:
•   il concerto della banda musicale dell’Arma dei Carabinieri (Palazzo Te, 14 Giugno 2007) ed il
Concorso Canoro rivolto a giovani cantanti “Una voce che si nota”;
•   grande impulso alle attività svolte nella scuola dall’apposita Commissione;
•   apertura alla Comunità, alle sue Istituzioni e al mondo del Volontariato.

Da un’iniziativa dell’Avis, nasce il progetto di rete “La mia vita in te” che, unico in Italia, riunirà attorno alla promozione della cultura della donazione tutta la comunità mantovana e avrà grande risonanza in Regione dove è proposto come modello da seguire. Tale progetto pluriennale nasce nel 2008 da una collaborazione di tutte le associazioni del dono, che si presentano insieme nelle scuole superiori con una proposta comune. Nel 2010 si collegano le istituzioni ASL, Azienda Ospedaliera, Istituto Scolastico Provinciale e Provincia di Mantova. Verrà firmato un protocollo d’intesa che vedrà ASL capofila e che porterà l’iniziativa in tutti i maggiori istituti superiori del mantovano, coinvolgendo tutto il mondo sanitario provinciale e il territorio.
Nel segno della continuità, proseguono le attività intraprese nei mandati precedenti e nell’ottica di un continuo miglioramento, si realizza il sogno dell’AVIS mantovana che da sempre aspirava ad una sede degna di questo nome. Nasce AVISPARK.
Nella mozione finale della 50° assemblea si esplora la possibilità di una nuova sede provinciale con annesso punto di raccolta. Comincia così un percorso di sensibilizzazione della base e di ricerca della nuova sistemazione.
Durante l’ Assemblea tenutasi a San Giorgio il 21 novembre 2010, i delegati approvano all’unanimità l’acquisto dell’immobile situato nel comune di Borgo Virgilio e il suo adattamento alle esigenze della nostra associazione.
Il 13 dicembre 2010 si concretizza il progetto con la firma del contratto preliminare. Parte la progettazione delle modifiche di adattamento della struttura alle nuove norme sanitarie previste per l’attività di raccolta del sangue e per il punto di raccolta.
Il 10 dicembre 2011 vengono inaugurate la sede associativa e quella dell’UdR e il 16 gennaio 2012 inizia la sua attività il Punto di Raccolta Provinciale in AVISPARK. Il presidente Provinciale Belluzzi è il primo donatore, in rappresentanza di tutti gli avisini mantovani.
Sono chiamate a gestire il nuovo PdR Provinciale le 14 Avis che prima facevano riferimento al Centro Trasfusionale dell’Ospedale C.Poma di Mantova, con la consapevolezza di prestare un servizio a tutti i donatori mantovani creando le migliori condizioni di accoglienza per far sentire tutti i donatori a casa loro.
AVISPARK è oggi la realtà di riferimento per gli avisini mantovani, ma dovrà diventarlo per tutta la comunità Mantovana quale punto di raccolta tecnologicamente avanzato, sede dell’UdR provinciale, base dell’attività associativa dei 17.500 donatori mantovani, polo di servizi sanitari, punto di riferimento del volontariato.
Il 2012 sarà ricordato per il devastante terremoto che il 29 maggio ha colpito la provincia mantovana. L’ Avis si mobilita e si fa carico di garantire il sangue per tutte le emergenze sostituendosi agli ospedali e ai punti di raccolta Avis emiliani, resisi inagibili. Nei primi tre giorni si raccolgono 250 sacche e si mette in moto quella solidarietà che permette di gestire l’emergenza. La generosità dei donatori, la collaborazione tra DMTE e AVIS, la professionalità degli operatori sanitari e AVISPARK, che si dimostra adeguato ad un tale afflusso di donatori, hanno consentito di intervenire con ordine, senza inutili allarmismi e senza sprechi come era avvenuto per il sisma dell’Aquila.
Il terremoto ha anche altri effetti collaterali, infatti tutte le risorse del territorio sono destinate al sostegno della popolazione colpita e vengono a mancare quei contributi pubblici e privati che Avis aspettava per AVISPARK dai vari bandi cui aveva partecipato. Ancora una volta le Avis di base fanno fronte comune e, rinunciando ai rimborsi delle donazioni, consentono di saldare tutti i fornitori, senza rinunciare a svolgere quelle attività sul territorio che fanno di Avis una realtà di grande importanza sociale. Contribuiscono, con mille iniziative, ad aiutare i mantovani colpiti dal terremoto e questo è sintomatico di un sentimento profondo della propria coscienza civile, di una mentalità e di una cultura ancora legata alla priorità di certi valori…… rimane un bel mutuo da pagare.

Dal 2013 la presidenza di Elisa Turrini
Dall’assemblea elettiva del marzo 2013 esce un consiglio profondamente rinnovato, ringiovanito e con una presenza femminile significativa (6 nei vari organi collegiali): viene eletta presidente Elisa Turrini. Per la prima volta, nella storia dell’Avis Mantovana, una donna occupa la massima carica associativa, ed è anche la più giovane presidente di sempre.
Al momento dell’insediamento dichiara: ”Sarò la presidente di tutti gli avisini mantovani”. L’agire dell’Avis Provinciale di Mantova terrà sempre i donatori e le Avis di base al centro della sua attenzione e ogni decisione sarà presa sempre nell’interesse di tutta la provincia e di tutti i Donatori. “Consapevoli delle difficoltà che ci aspettano, le affronteremo assumendoci le responsabilità che il ruolo cui siamo stati chiamati a ricoprire ci impone”.
La Presidente, il consiglio e tutta la nostra Avis devono subito affrontare le complesse problematiche legate all’ennesima nuova e profonda trasformazione del mondo trasfusionale nazionale che coinvolge tutto il sistema della donazione. Subito il consiglio si attiva per adottare tutte le misure necessarie a soddisfare i requisiti minimi che allineeranno l’Italia agli standard europei della raccolta del sangue.

Le nuove prescrizioni richiedono:
•   l’adeguamento organizzativo, strutturale e tecnologico dell’UdR e delle nuove “Articolazioni
Organizzative Territoriali”;
•   importanti  modifiche dell’organizzazione;
•   rimodulazione di tutte le procedure;
•   formazione continua di medici e infermieri e una loro accurata selezione;
•   per la prima ma volta, viene introdotto il coinvolgimento nel sistema qualità dei volontari,
che diventano parte integrante del sistema di Accreditamento con nuove responsabilità e
competenze.

Per gestire l’applicazione delle nuove normative e garantire nel tempo il mantenimento di tali cambiamenti è subito chiara la necessità di limitare drasticamente il numero di Articolazioni Organizzative sul territorio, in un processo che accomuna tutte le realtà della Lombardia dove Avis effettua la raccolta.
Il percorso decisionale di accorpamento è faticoso (3 consigli, 1 riunione dei presidenti, la nomina di una commissione che portato da 10 a 11 le UdR,) e si conclude con l’assemblea del 15 marzo 2014, richiesta da alcune Avisdi base, nella quale la stragrande maggioranza  approva la proposta del consiglio di ridurre ad 11 i PdR.
Da questo momento inizia una straordinaria e rivoluzionaria crescita culturale.
L’Unità di Raccolta Provinciale e le sue Articolazioni Organizzative devono diventare un tutt’uno, inquadrato nel sistema qualità provinciale e vincolato alle prescrizioni della Sanità Pubblica, responsabile istituzionale di tutto il sistema trasfusionale di cui Avis provinciale è parte integrante.
Tutto questo deve essere realizzato entro il 1 gennaio 2015.
Le attività iniziano in aprile 2014 con la formazione di medici, infermieri e volontari, con le verifiche di Accreditamento per l’accertamento dei requisiti organizzativi, tecnologici e documentali.  Il processo di aggregazione nelle 11 AOT avviene nei mesi di giugno-luglio 2014 e contemporaneamente iniziano i sopralluoghi di Accreditamento, da parte dei Verificatori ASL, per l’accertamento dei requisiti tecnologici-organizzativi e strutturali nelle AOT.

A dicembre Avis Provinciale, rispettando i tempi, raggiunge un risultato soddisfacente:
•    8 AOT in possesso della delibera della Regione Lombardia nella quale si riconosce il possesso
dei requisiti per la riclassificazione ai sensi del D.LGS. n. 1894/2014;
•    l’AOT Pieve di Coriano ha ottenuto a dicembre il “parere positivo” per la riclassificazione;
•    le AOT San Giorgio e Suzzara hanno ottenuto a dicembre il “parere positivo” per la
riclassificazione con il VINCOLO di concludere i lavori di adeguamento/trasferimento nuova
sede entro il 31/03/2015 ai sensi del D.LGS n. 1894/2014.

Durante l’anno 2014 iniziano anche gli incontri tra AVIS, SIMT di Mantova e SIMT di Cremona, per l’accorpamento dei Centri di Lavorazione e Validazione del sangue nella Macroarea CR-MN, come deciso dalla Regione Lombardia: dall’11 dicembre 2014, conferisce le sacche a Cremona. Varie sono tuttavia le problematiche da risolvere, conseguenti soprattutto ai diversi modi di lavorare dei due SIMT e alla necessità di rispettare gli orari di arrivo delle sacche a Cremona per garantirne una corretta lavorazione e validazione.

E’ iniziato un cambiamento epocale per la nostra Avis provinciale – conclude la presidente Turrini – ed il riscontro più forte, determinato e consapevole è arrivato dai nostri Donatori, che senza esitazioni hanno risposto al bisogno! I nostri Donatori sono, oggi più che mai, veri testimoni del motto creato dai Padri Fondatori “sempre ovunque subito”, e dei nostri valori”.

Sono stati Presidenti Provinciali dalla fondazione a oggi:

VECCHI Loris dal 1959 al 1960
MARTINELLI Augusto dal 1960 al 1962
OTTOLINI Vittorio dal 1962 al 1964
BOCCAFOGLIA Cesare ….. dal 1964 al 1965
MIGLIOLI Mario dal 1965 al 1971
SPITTI Flavio dal 1971 al 1972
BOLLINI Adolfo dal 1972 al 1975
BELTRAMI Mario dal 1975 al 1996
BOTTERI Alessandro dal 1996 al 1999
CHINAGLIA Luciano dal 1999 al 2005
BELLUZZI Valter dal 2005 al 2012
TURRINI Elisa dal 2013 al 2021 ……
SAVI Giacomo dal 2021 tutt’ora in carica

 

 

 

 

 

 

 

 

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